Attività fisica per dimagrire?

Attività fisica per dimagrire?

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Frequentemente viene attribuita la responsabilità dei chili di troppo al “poco movimento”, sminuendo l’importanza della corretta alimentazione riguardo al controllo del peso corporeo e a volte nascondendo l’implicita consapevolezza che solo la dieta corretta possa essere alla base di ogni trattamento per l’eccesso di peso. Anche qualora si ricorresse a trattamenti integrati, nei quali inseriti farmaci per l’obesità o chirurgia bariatrica.

Il ruolo reale dell’attività fisica in un percorso di calo ponderale dev’essere finalizzato al miglioramento della composizione corporea (incremento della massa muscolare), alla salvaguardia del “metabolismo basale” (il dispendio energetico a riposo, rappresentato in buona parte dalle calorie consumate dai muscoli durante tutte le 24 h della giornata), al miglioramento del benessere generale, alla riduzione di rischio “rebound” (rimbalzo) del peso corporeo dopo i primi 3-6 mesi di terapia oltre che, come è noto, ad ottenere un complessivo beneficio in termini di salute e prevenzione.

MAI ritenere che l’attività fisica sia compensazione di ciò che mangiamo. MAI condizionare le scelte a tavola sulla base di quanto movimento fatto (o da fare) e viceversa. Errori frequentissimi, severamente deleteri nel medio e lungo periodo e, purtroppo, spesso alimentati da consigli inopportuni di persone non competenti o “scarsamente” competenti.

Un recente articolo pubblicato sul “Journal of Nutrition” da parte di Samuel Urlacher e la sua equipe (qui il link) ha confermato come sia principalmente responsabile una scorretta alimentazione nei confronti dell’incremento dell’adiposità corporea, e quindi del passaggio dal sovrappeso all’obesità. Nello studio alla base di tale articolo, ragazzi residenti in aree cittadine sono stati messi a confronto con altri provenienti dalle zone più rurali (si parla di Ecuador e foresta amazzonica), evidenziando come il metabolismo basale fosse analogo fra i due gruppi di confronto a prescindere quindi da quanta attività fisica praticassero. L’elemento cardine, a giustifica della differente presenza di massa adiposa fra i ragazzi “cittadini” e quelli “campagnoli”, si è rivelato essere il consumo di alimenti provenienti da fonti molto diverse: industriali nel primo caso e agricole nel secondo. I “cittadini” hanno dimostrato una massa adiposa maggiore del 65% rispetto ai coetanei “campagnoli”; più del 30% dei ragazzi di città era in condizione di sovrappeso oppure obesità (nessuno dei ragazzi delle zone rurali). Dato non di secondaria importanza, il sistema immunitario dei ragazzi di città è risultato essere molto meno attivo (dal 16 al 47%, a seconda che si trattasse di anticorpi “G” o “E”).

In conclusione, per quanto l’attività fisica sia di inequivocabile importanza per ottenere e preservare un buono stato di salute, diverso è il ragionamento da applicare nel momento in cui la salute debba passare dal calo di peso. In questo caso, la terapia è dietologica. In assenza di una adeguata alimentazione, ogni risultato di lungo termine è vanificato in partenza.

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